Laggiù, in fondo alla valle, ai confini dell’impero, un’immagine di uomo:
guarda la luna inchiodata al cielo
che ogni ciclo scopre la traccia di un sentiero
che si perde / nella coltre dove / finiscono / il cielo e le stelle
Pensieri che frugano nel tempo e cercano uno spazio di felicità
Ponti costruiti poi crollati e tu che cosa hai fatto nella mortalità
Hai lottato / hai ricominciato / hai sperato / e in ginocchio hai pregato
per la muraglia che ti protegge nonostante il tuo male,
perché la prossima volta regga al vento occidentale
Non aspettare, prendi e vai
più aspetti e meno tempo hai
Non aspettare, rischia e vai
e qualcosa cambierà, vedrai !
Vecchio, ti senti un uomo stanco
sei caduto nella fossa prima ancora di partire
Freddo, hai sopportato il ghiaccio il caldo, e la paura, uscendo dalle file
delle mura / della tua città / insicura / cosciente dell’età
Venti, o forse sono trenta, gli anni che conteggi, mai vissuti fino in fondo
Sogni, spettatore attento, mentre ogni cosa fugge nell’arco di un secondo
Hai raccolto / la sabbia dalle scarpe / e le orme / oramai si sono perse
e adesso sei fermo e non sai più a che cosa guardare
ti giri intorno sorpreso dal sole e senti una voce gridare:
Non aspettare …
Ma ora con il sole sulla testa, con la vista offuscata dal sudore / ti sembra di vedere il mare, non ne sei sicuro, non senti il rumore / e poi con la sabbia che s’alza ed il vento che la spinge in bocca / hai sete ma vorresti tanto dire basta / e corri, e dopo ti fermi, hai il fiatone, ma poco e riprendi / cadi a terra, ti alzi e cammini, i tuoi sogni ti sembran vicini / guardi intorno confuso e stanco, il tuo avvenire è solo un foglio bianco / ma non hai più la forza per scrivere.
Laggiù, in fondo alla valle, ai confini dell’impero, un’immagine di uomo