Cammino e nel viaggio passo ponti e taglio città
stabile il tempo, non ci sono mai temporali
attraverso un regno
sento la gente che parla per le strade:
problemi al castello
La principessa è infelice e non vuole più mangiare
si deve sposare perché glielo impone il padre
e le dame a corte
mi chiamano per tirare su l’ambiente
ed eccomi qua
“Io vorrei raccontarvi di una storia
vissuta tempo fa
io vorrei suonarvi melodie e canzoni
imparate nelle città
vorrei incidere un sorriso
eterno solco sul suo viso
ma sono solo un trovatore
che non sa
che cos’è
la felicità”
Lei mi prende in disparte e dice:
“Di un cavaliere narrami le gesta
nobil d’aspetto, e imponente nell’armatura,
tra sguardi e misteri
sia fiero
nel raccontarmi la sua vita
alla ricerca di me”
E io le racconto
di un uomo come tanti altri
che lavora nei campi
e torna a casa stanco la sera
ed è in attesa
di un abbraccio che lo possa confortare,
da portare all’altare
Ed io vorrei continuare ma mi fermo
perché lei piange già
umilmente le domando se ho sbagliato
a cantare così,
volevo incidere un sorriso
eterno solco sul suo viso
ma io che sono un trovatore
non so se
posso dare
la felicità
“Lo vedo sempre quest’uomo che hai descritto
passeggia nel feudo e io lo osservo dalla mia torre
e nei miei sogni, dove posso vivere come una contadina,
io lo abbraccio già”